Ci sono storie che meritano di essere raccontate e musiche che meritano di essere ascoltate, ma che spesso non trovano spazio nelle grandi narrazioni storiografiche perché non si lasciano facilmente imbrigliare nelle categorie convenzionali. Il caso di Mario Castelnuovo-Tedesco (1895–1968) è un esempio assai eloquente di questa difficoltà di raccontare l’esperienza musicale di un artista che sembra aver deliberatamente assunto una posizione refrattaria a ogni inquadramento possibile. Dunque una personalità complessa, che tuttavia ha saputo giocare un ruolo attivo nell’orizzonte culturale della sua epoca attraverso la sua musica e le sue riflessioni sulla musica.
Dotato di una felice vena creativa e sostenuto da una solida preparazione tecnica, Castelnuovo-Tedesco era anche un intellettuale finissimo, di formazione e attitudini cosmopolite, che ha esercitato l’attività di critico musicale in parallelo con quella di pianista e compositore. Sottrarre alla dimenticanza l’opera di Castelnuovo-Tedesco è il principale obiettivo di questo libro, che raccoglie i contributi presentati a un convegno internazionale organizzato da Sapienza Università di Roma nel 2018. In un panorama bibliografico sorprendentemente povero di studi sull’autore, questo volume presenta la prima, organica raccolta di saggi musicologici dedicati all’opera del compositore fiorentino. (dalla Prefazione di Susanna Pasticci)